Di Enrico Bistazzoni La prima volta che mi capitò sotto gli occhi il libro di Ardito Schiano… non era ancora un libro. Il maestro sapeva che lavoravo in una casa editrice, che mi occupavo di editing e correzione di bozze, e allora, eccola lì la bozza, su cui mettere le mani e un po' di penna rossa, perché si trasformasse appunto in un libro. Forse eravamo al Bar Centrale, luogo abituale dei nostri incontri. Un orzo per lui, al quale io mi adeguavo. Credo sia nata allora la mia abitudine di prendere un orzo quando devo per forza sedermi a un bar. Oppure eravamo a casa sua, in quella stanza affastellata di tele, cornici, quadri e quadretti da finire o finiti ma che aveva voluto tenere per sé. Ne ricordo uno in cui si era raffigurato con la moglie, per la quale non mancava mai un fiore in un piccolo vaso di vetro sul davanzale della finestra, fuori se il tempo lo permetteva. E poi ricordo il tavolo di lavoro, un modesto tavolo di truciolato chiaro, disseminato di fogli, fogli...
Approfondimento artistico letterario agli aromi di scirocco. Una iniziativa del Circolo Storico Culturale Hercoletto. "Amiamo Porto Ercole"